Viticoltori Ingauni
Nel secondo dopoguerra, rifacendosi ad antiche ricette tramandate oralmente, Angiolino, panettiere del paese, decise di avviare nuovamente la produzione di una pagnotta che potesse durare diversi giorni. Inizialmente, venne soddisfatto il fabbisogno di un paese di montagna che, negli anni ’50, contava ancora più di un migliaio di abitanti quindi, grazie all’interessamento di alcuni negozianti di Sanremo, venne creata una piccola rete di distribuzione, usufruendo dell’autobus di linea per il trasporto.
Oggi gli ingredienti necessari alla panificazione sono gli stessi di allora e, in particolare, si continua ad utilizzare la farina di grano tenero tipo 1. Oltre alla farina tipo 1, che contribuisce a rendere dorato il colore della pagnotta, il Pane di Triora viene preparato con lievito di birra, sale, uno spolvero di crusca su cui viene adagiato il pane prima della cottura e l’immancabile acqua che sgorga non molto lontano dal Paese delle Streghe.